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“Buena suerte” al Papa argentino

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Da poco meno di 24 ore la Chiesa cattolica ha il suo nuovo Papa. Un’elezione attesissima, dopo le dimissioni storiche di Benedetto XVI, con un esito altrettanto storico.

Per la prima volta nella storia della Chiesa, infatti, il Papa è un gesuita sudamericano, dopo circa 1300 anni di dominio europeo sul soglio di Pietro (l’ultimo papa straniero è stato infatti il siriano Gregorio), e alla stregua di quanto accaduto nel 1978 con Giovanni Paolo II tutto il mondo è qui a parlare di un nome sul quale non vi erano stati cenni in precedenza.

Papa Bergoglio, 76 anni, origini piemontesi, una somiglianza tra Woody Allen e Albino Luciani (il Papa dei 33 giorni, l’ultimo italiano eletto), descritto come un uomo dalla personalità riservata, contrario a lussi e sfarzi, di poche parole come i piemontesi doc. Fa notizia la circostanza secondo cui questa mattina, il neopapa avrebbe pagato il conto della casa affittata per i giorni di conclave “per dare il buon esempio”, dopo aver cucinato da sé e aver raggiunto piazza San Pietro con i mezzi pubblici. Un Papa argentino che conosce bene la povertà, tifoso della squadra del San Lorenzo e – voce non confermata – appassionato di tango.

Ho seguito la fumata bianca da casa, attendendo – non lo nego – con una certa ‘emozione’ l’annuncio ufficiale del cardinale Tauran. Con la stessa sincerità, non nego il mio grande stupore nel sentire questo nome, del quale, appunto, non si era particolarmente parlato. A casa gli abituali posti a tavola sono stati stravolti dall’evento: io a capotavola (al posto di mio padre!), papà sul divano con portacenere a fianco, mamma in piedi davanti al lavandino, in procinto di lavare i piatti (salvo, poi, sedersi per capire chi era il nuovo Pontefice). Ho vissuto in pieno la suggestione della prima elezione serale della mia vita, non potendo fare a meno di notare il silenzio calato sulla piazza al momento della formula ufficiale. “Ma chi è, un italiano che mi è sfuggito?”, ho pensato guardando smarrita i miei genitori. Non si è sentito il nome o non c’era entusiasmo verso questo nome sconosciuto? Non è dato sapere. Eppure, si scopre che nel 2005 il Successore di Pietro n° 266 era arrivato alle spalle di Papa Ratzinger di qualche voto, segno che qualcosa in tal senso aveva già cominciato a muoversi. buena suerte al papa argentino

Ad ogni modo, l’ex cardinale Bergoglio ha avuto modo di farsi conoscere cercando di instaurare fin dai primissimi momenti un rapporto reciproco con quanti lo attendevano in piazza, davanti alla tv o in radio. Le parole chiave di questa elezione sono state fiducia, cammino, fratellanza, misericordia, tutte cose che dovrebbero stare alla base del cattolicesimo. Ho molto gradito il suo approccio con quel “fratelli e sorelle, buonasera!” amichevole e confidenziale, quasi si trattasse di uno di noi, di un vicino di casa che ha terminato lo zucchero e non vuole disturbare più di tanto vista l’ora. Altro punto a favore del Papa argentino, il passaggio del suo discorso sul cammino reciproco di fiducia e amore da intraprendere insieme, “vescovo e popolo”. Trovo sia importante dare un peso a queste parole, e sottolineare il fatto di essersi definito un vescovo piuttosto che un Papa. E poi, il nome: Francesco. Francesco che è Francesco e basta, non Francesco I come all’inizio si è detto. Il Santo di Assisi che ha rinunciato a tutto per seguire Dio, condividendo tale esperienza di fede con una figura femminile del calibro di Santa Chiara. Insomma, le premesse per aspettarsi da questo Papa tante novità e rivoluzioni ci sono tutte, anche riguardanti il peso delle donne all’interno dell’organizzazione Chiesa, magari.

Tutti contenti del nuovo Pontefice, Argentina – e argentini – in estasi, tanto entusiasmo e tante speranze riposte su questa nuova figura di bianco vestita, su questo “paladino dei poveri” come definito dal presidente Obama. L’unico appunto, forse, potrebbe farsi in merito all’età: si era tanto parlato di un Papa giovane che potesse affrontare al meglio le nuove sfide che il mondo moderno pone, e magari sarebbe stato auspicabile eleggere un Bergoglio con qualche anno in meno.

Ma va bene così, personalmente anch’io sono fiduciosa. Spero che questo Papa porti alla Chiesa la ventata d’aria fresca, e pulita, di cui necessita, favorendo il dialogo non solo interreligioso, ma anche con chi ha perso fiducia verso Roma. “Meno religione e più spiritualità” mi ha detto un collega d’università oggi pomeriggio, e chissà che non sia davvero ciò di cui si necessita in questo momento.

Innegabile il fascino di una pratica come quella del Conclave che dopo secoli e secoli è ancora in grado di catalizzare l’attenzione di tutti su quel comignolo, un Conclave durato solo 26 ore e terminato con un esito assolutamente sorprendente.

Nel porgere anch’io, nel mio piccolo, i miei migliori auguri al nuovo Papa per la Sua elezione, chiudo con una nota di colore: nella notte tra venerdì e sabato avevo sognato l’elezione di un Pontefice sudamericano, e sabato mattina ne avevo messo al corrente mia madre e Fabrizio.



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